Iceman. Racing hearts by Lady D

Iceman. Racing hearts by Lady D

autore:Lady D. [D., Lady]
La lingua: ita
Format: epub
Tags: Fiction, Romance, General
ISBN: 9788832233025
Google: yXBwwgEACAAJ
editore: Queen
pubblicato: 2019-05-30T00:00:00+00:00


Nina

Le passeggiate notturne sul molo sono la cosa più romantica che esista. Chi l’avrebbe mai detto che ne avrei fatta una proprio con Matias? Che emozione, santo cielo!

«Non venivo qui da quando ero bambino» dice guardandosi intorno con gli occhi pieni di gioia.

«Davvero?» chiedo sorpresa.

«Mia zia ci portava, per premiarci quando facevamo i bravi» spiega divertito.

«Com’era Iceman da bambino?» sorrido.

«Era tutto, tranne che Iceman» mi risponde, rivolgendomi lo sguardo. «Tu com’eri invece?»

«Io ero molto chiusa, parlavo pochissimo e i miei unici amici erano le bambole e le macchinine» ridacchio.

«Wow, non si direbbe» ride.

«Mia madre e mia nonna sono impazzite per farmi sbloccare, hanno provato a farmi fare mille cose, ma nulla sembrava funzionare.»

«Poi?» Sembra davvero interessato alla mia storia.

«Correva l’anno novantasei, avevo sette anni e mi portarono a vedere il Gran Premio di Formula Uno all’autodromo di Imola. Sono rinata su quegli spalti, tanto fu il mio entusiasmo che mia nonna, una settimana dopo, mi mise su un go-kart, dando vita alla mia carriera» spiego entusiasta.

«Devi esserle molto riconoscente» commenta.

«Lo sono. Mia madre era contraria, ma presto ha dovuto farsene una ragione.»

«Senti la mancanza, vero?»

«Tanto» sospiro amareggiata.

«Vuoi parlarmi della tua infanzia?»

Cambio subito discorso, non voglio rattristarmi.

Sospira. «Non sarà una passeggiata, ma ci provo» dice, prima di trascinarmi verso il parapetto che si affaccia sull’oceano.

«Avevo appena due giorni di vita, quando mio padre mi abbandonò in un orfanotrofio» inizia a raccontare, facendomi pentire subito di averglielo chiesto. «La prima che provò a chiedere il mio affidamento fu Germana, la collaboratrice domestica di mia madre, ma non ci riuscì. Così, si rivolse ai miei zii e per loro fu un gioco da ragazzi» prosegue, fissando l’orizzonte. «Sono stato un bambino allegro e spensierato fino all’età di dieci anni, i problemi sono cominciati quando mi sono messo a origliare la conversazione sbagliata...»

«Ascolta, Matias, non mi sembra il caso» lo interrompo bruscamente, avvertendo l’enorme sofferenza che sta provando mentre ripercorre gli eventi.

«Lasciami finire» ribatte. Scuoto la testa con disappunto, ma lui mi ignora. «Scoprire che la mia vera madre era morta mettendomi al mondo, che il mio vero padre mi odiava e che ciò in cui credevo in realtà non esisteva, è stato un trauma. Da quel giorno ho smesso di parlare e logicamente i miei zii non ne capivano il motivo, così si sono rivolti a uno psicologo e grazie alla terapia, sono riuscito a tirare fuori tutta la merda che mi tenevo dentro.» Fa una pausa e sospira profondamente, prima di riprendere a parlare: «Sono rinato buttandomi a capofitto sull’unica cosa che amavo fare più di tutto: correre.

Ho trascorso anni meravigliosi in giro per il mondo, poi ho incontrato Katie... Il resto lo conosci» conclude, rivolgendomi finalmente lo sguardo. Nei suoi occhi c’è un vuoto sconvolgente.

Sembra distrutto e la colpa è tutta mia, maledizione!

«Non guardarmi come se fossi un caso clinico» ironizza, attirandomi a sé. «È tutto okay» mi sorride.

«No, non è vero» mormoro angosciata.

«Non c’è niente di cui tu debba sentirti in colpa» mi rassicura, accarezzandomi la guancia. «Per quanto male mi abbia fatto ricordare, io volevo che tu sapessi.



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